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CRONACHE DA CHI SI IMPEGNA A CAMBIARE IL PAESE DEI CACHI E DEI PIDUISTI.
"Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente,
ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere,
se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?"
Antonio Gramsci-politico e filosofo (1891-1937)
OMAGGIO ALLA RESISTENZA.
Ciao Dario, Maestro, indimenticabile uomo, innovativo, mai banale e sempre in prima fila sulle questioni sociali e politiche.
Ora sei di nuovo con Franca e per sempre nei nostri cuori.

"In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta.
Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po' le teste.
Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa."

(da Il mondo secondo Fo)

giovedì 23 dicembre 2010

In Lombardia il futuro dell'acqua ai privati

Comunicato Stampa
del Comitato Italiano contratto Mondiale sull'acqua
In Lombardia il futuro dell'acqua ai privati

Milano 23 dicembre 2010 -
Nonostante le azioni di mobilitazione dei cittadini 
attraverso email e presidi in corso dal mese di Novembre, 
la Regione Lombardia 
ha approvato il Pdl 57 sul servizio idrico.

Ieri 22 dicembre alle ore 17.00, dopo una seduta molto movimentata, le forze politiche della maggioranza (Pdl e Lega Nord) hanno dato il via libera al Pdl 57 con alcune piccole modifiche alla versione licenziata dalla Commissione VIII in data 25 novembre, sul quale c'era stata il parere favorevole dell'Anci.

Il Consiglio Regionale durante l'approvazione
Nella fase finale della votazione tutte le forze della opposizione (PD-IDV-UDC-SEL) hanno abbandonato la sala denunciando la mancanza dell'urgenza di tale provvedimento e l'inadeguatezza della legge che affida di fatto l'acqua al mercato e alle multinazionali pronte ad entrare nella gestione dell'acqua in Italia.

Questo provvedimento, afferma Rosario Lembo, presidente del Comitato Italiano contratto mondiale sull'acqua  fa si che :" la regione Lombardia si distingue ancora una volta per essere l'apripista dei modelli di privatizzazione dell'acqua proposti dal Governo nazionale con il decreto Ronchi, offrendo alle imprese multinazionali europee la possibilità di accaparrarsi le gestioni efficienti delle aziende pubbliche lombarde fin'ora controllate dai comuni. 
In parallelo si è assistito ancora una volta alla farsa di una Lega, paladina delle difesa delle autonomie locali e dei beni dei territori, che accetta di espropriare i comuni della propria autonomia gestionale dei servizi idrici trasferendo le competenze alla provincia".

Le forze della maggioranza hanno inoltre deliberatamente trascurato l'orientamento del Governo Nazionale e la richiesta delle altre Regioni di posticipare la soppressione degli AATO al 31/12/12011, come confermato dal decreto Mille Proroghe approvato nella stessa giornata dal governo.

In merito al provvedimento i comitati dell'acqua avevano chiesto il rinvio della discussione in aula in attesa della definizione del quadro legislativo nazionale entro cui impostare norme regionali sulla gestione dell'acqua pubblica a seguito dello svolgimento dei referendum sull'acqua nella primavera del 2011. Il Coordinamento dei Comitati chiedeva inoltre alla regione l'avvio di una riflessione politica sulle modalità di organizzazione del servizio idrico integrato impostata sui bacini idrici e non sulla dimensione amministrativa provinciale e, tenuto conto della recente sentenza della Corte Costituzionale, la classificazione del servizio idrico come servizio pubblico locale di interesse generale, da organizzare su base regionale, provvedendone la gestione diretta a mezzo di Consorzi tra Comuni.

Al fine di salvaguardare l'autonomia decisionale dei Comuni in merito alle modalità di affidamento del servizio idrico, il Coordinamento dei Comitati chiedeva l'accoglimento di un emendamento che consentisse la costituzione di un'Azienda speciale consortile in capo alla Provincia,in luogo della Azienda speciale,  la cui assemblea  composta da tutti i sindaci dell'ambito, costituisce l'organo sovrano per la delibera dell'affidamento del servizio, invece che delegare la medesima funzione ad un consiglio di amministrazione di 3 persone come previsto dell'art 48 del Pdl 57. Tale opzione avrebbe consentito di salvaguardare i requisiti previsti dalla legislazione vigente e da quella comunitaria per l'affidamento della gestione ad una società a totale capitale pubblico.

"A questo punto", dichiara Rosario Lembo  a nome dei comitati lombardi per la difesa dell'acqua pubblica: "per contrastare il nuovo quadro legislativo regionale che prevede solo lo strumento della gara per l'affidamento è necessario che i sindaci Lombardi recuperino l'entusiasmo e la volontà politica attivandosi in primo luogo per difendere  l'autonomia decisionale delle autorità d'ambito per tutto il 2011,in funzione della proroga nazionale. Secondariamente i consigli comunali devono recuperare lo spirito referendario che aveva portato 144 comuni lombardi alla modifica della precedente legge regionale sull'acqua che imponeva l'obbligo della messa a gara dei servizi idrici chiedendo una modifica del Pdl 57  e nel contempo sostenere la campagna referendaria dichiarandosi Comitati per il si".

Per maggiori informazioni:

Comitato Italiano contratto Mondiale sull'acqua Onlus -
segreteria@contrattoacqua.it

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Art da Repubblica:

Acqua, la Regione apre ai privati
L'opposizione: "Colpo di mano"

La maggioranza fa quadrato e dice sì alla legge proposta 

dall'assessore Pdl Raimondi. 

I consiglieri del centrosinistra abbandonano l'aula per protesta. 

Penati: "La Lega Nord ruba acqua ai sindaci"

di ANDREA MONTANARI
Passa la legge sull’acqua dell’assessore regionale pdl Marcello Raimondi: la Lombardia apre ai privati. Dopo una dura battaglia e nonostante la decisione del consiglio dei ministri di rinviare al 2012 la soppressione degli Aato, le autorità comunali che finora hanno gestito gli acquedotti, il consiglio regionale, con i soli voti della maggioranza di centrodestra, ha approvato una legge che da ora in poi trasferisce tutte le competenze alle province. Aprendo di fatto ai privati che potranno gestire l’erogazione dell’acqua.


Ai Comuni resterà solo la possibilità di esprimere un parere vincolante attraverso la conferenza dei sindaci su tutti gli atti delle province e sulla determinazione delle tariffe. Unica eccezione Milano, dove Palazzo Marino continuerà a gestire in proprio la rete idrica. Gli altri enti locali avranno da ora in avanti la possibilità di costituire una società patrimoniale per gestire la rete, alla quale spetterà decidere, tra l’altro, a chi affidare il servizio.


Per protesta, al momento del voto tutta l’opposizione di centrosinistra ha abbandonato l’aula. Mentre fuori dal Pirellone per tutto il giorno si è svolto un predisio organizzato dagli ambientalisti contro la nuova legge. «È una legge che non aveva alcuna urgenza — denunciano i consiglieri regionali pd Luca Gaffuri e Fabrizio Santantonio — Non c’era fretta di esautorare i comuni nella gestione dell’acqua, facendo una rivoluzione indipendentemente dal quadro normativo nazionale». L’accusa di Filippo Penati, ex presidente della Provincia di Milano, è ancora più pesante: «La Lega ruba acqua ai sindaci, si svende per qualche nomina promessa nelle direzioni generali della sanità». Contraria anche Chiara Cremonesi (Sinistra ecologia e libertà): «L’arroganza di questo centrodestra — dice — non ha limiti. Si tratta di una legge pessima, che sottrae il servizio idrico ai comuni e avvia la sua privatizzazione regalando un bene collettivo al mercato delle multinazionali».


Nel centrodestra la Lega, che aveva criticato in un primo tempo il provvedimento, ora lo difende. «Il testo approvato — sottolinea Dario Bianchi (Lega Nord) — è un giusto compromesso fra le esigenze pubblicistiche del settore e il contributo dei privati». Respinge le accuse anche il presidente della Provincia, Guido Podestà: «Coinvolgere i privati nell’erogazione del servizio non significa affatto liberalizzare il settore. Le nuove norme si ispirano alla legge Ronchi, che stabilisce senza fraintendimenti che la proprietà delle reti resta pubblica». 

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