Il gruppo di SINISTRA e AMBIENTE opera a Meda, provincia di Monza e Brianza - MB.
Siamo un soggetto politico locale che lavora sul territorio, dicendo la nostra anche su vicende di politica nazionale ed estera.
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La Meda e la Brianza che amiamo e che vogliamo tutelare
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CRONACHE DA CHI SI IMPEGNA
A CAMBIARE IL PAESE
DEI CACHI E DEI PIDUISTI.
"Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente,
ma nessuno o pochi si domandano:
se avessi fatto anch’io il mio dovere,
se avessi cercato di far valere la mia volontà,
sarebbe successo ciò che è successo?"
Antonio Gramsci-politico e filosofo (1891-1937)
OMAGGIO ALLA RESISTENZA.
Ciao Dario, Maestro, indimenticabile uomo, innovativo, mai banale e sempre in prima fila sulle questioni sociali e politiche. Ora sei di nuovo con Franca e per sempre nei nostri cuori.
"In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta. Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po' le teste. Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa." (da Il mondo secondo Fo)
I relatori Gemma Beretta, Alberto Colombo, Gianni del Pero
Il 30-06-016, il coordinamento ambientalista Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile ha presentato e illustrato alla stampa (presenti anche i sindaci di Seveso e di Lentate) i contenuti di una dettagliata relazione inviata al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti GRAZIANO DELRIO.
Un rapporto che mette a fuoco le numerose criticità collegate al progetto dell'autostrada Pedemontana Lombarda sia nelle tratte già in esercizio (A, B1 e tangenziali di Como e Varese) sia per quanto riguarda il progetto di completamento relativo alla tratta B2 e inizio C.
Sergio Arienti informa sui ripristini territoriali non attuati
Una comunicazione dettagliata con valutazioni e richieste chiare e precise: si rinunci al completamento di questa devastante, inutile e dispendiosa infrastruttura autostradale, si realizzino le previste Compensazioni Ambientali per le tratte in essere si apra un tavolo di discussione e verifica sulla mobilità sostenibile, sul ferro e la viabilità locale che necessita di potenziamenti.
Dopo gli scritti dei Sindaci della tratta B2 e della tratta A anche i gruppi e le associazioni di Insieme in Rete intervengono con una comunicazione a Delrio, mettendo però al centro oltre alla viabilià, le sensibilità e le criticita' ambientali, compresa la presenza della diossina TCDD e la necessità di evitare altri danni al territorio.
Prezioso il supporto e la consulenza ricevuta da Anna Donati di Green Italia che era stata ospite di Insieme in Rete all'iniziativa del 18-3.016.
Sotto, il testo della lettera-rapporto al Ministro Delrio e a seguire il comunicato divulgato durante la conferenza stampa.
Iniziativa molto interessante quella organizzata il 16-06-2016 dal Comune di Bovisio Masciago in collaborazione con BrianzaSiCura sulla Psicologia delle Mafie con il Prof. Antonino Giorgi, psicologo, psicoterapeuta, gruppoanalista e criminologo dell'Università Cattolica di Brescia. Presente anche il nostro Consigliere Comunale che partecipa al coordinamento BrianzaSiCura
Il Prof. Giorgi ha parlato del psicologia delle organizzazioni criminali di stampo mafioso "cosa nostra" e 'ndrangheta che, strutturate a carattere famigliare, si differenziano dalla camorra e dalla sacra corona unita.
Molti i concetti e le informazioni che qui riprendiamo in forma sintetica cercando di riportarne il più fedelmente possibile i contenuti e scusandoci in primis con il relatore per qualche imprecisione o approssimazione.
Focus in particolare su ciò che è la psicologia della 'ndranghera con meccanismi di onnipotenza e di annullamento dell'io, sostituito con il "noi" d'appartenenza indissolubile all'organizzazione criminale con totale devozione, nessun cedimento psicologico, anaffettività, distacco dall'umanità e dalle emozioni e assenza di senso di colpa per le azioni criminali compiute, compresi i molteplici omicidi.
Ad un affiliato non spaventa nemmeno il carcere se la detenzione comporta la possibilità di ricomporre e applicare le stesse dinamiche di controllo territoriale ed esiste una prospettiva di rimessa in libertà. Il carcere aumenta il prestigio del soggetto.
Cosa nostra e 'ndrangheta sono organizzazioni criminali configurate su base della famiglia parentale e pertanto hanno nella loro "tradizione" un fondamentalismo psichico che coinvolge tutti i famigliari, compresi figli e figlie definiti "giovane d'onore" e "sorella d'omertà" in una situazione di condizionamento e di predestinazione.
Così anche la donna, se interna ad una famiglia di 'ndrangheta, crescerà figli e figlie secondo i principi della 'ndrangheta perchè questo è il ruolo previsto per lei dalle regole della 'ndrangheta.
La 'ndrangheta non tollera atteggiamenti "difformi" di affiliati e di famigliari. I diversi sono puniti. Il rifiuto di un matrimonio combinato, l'uso di sostanze, l'omosessualità sono puniti perchè indeboliscono la rispettabilità dell'organizzazione.
Per raggiungere i loro scopi, le mafie "producono paranoia" bloccando la capacità di relazioni e rompendo i legami sociali.
Chi è vittima delle mafie, non si fida più di nessuno e ha pertanto difficoltà a denunciare, anche perchè la protezione e l'assistenza fornita dallo Stato spesso è incompleta per chi si è ritrovato la propria esistenza a pezzi.
Ogni vittima di mafia, vivendo di angoscia necessita di un attento, approfondito e mirato livello di assistenza e supporto psicologico.
L'organizzazione vede tre categorie d'atteggiamento nel mondo a lei esterno:
il contrasto (alle sue attività); il contrasto onorato (quello di elementi esterni all'organizzazione ma che sono a volte strumentalmente utilizzabili); l'infame (il collaboratore di giustizia).
I "collaboratori di giustizia" (rari nel caso della 'ndrangheta) vengono sovente erroneamente definiti come "pentiti" ma in realtà proprio per l'essenza della 'ndrangheta, non si sono pentiti di nulla e rimangono, rispetto ai reati compiuti, comunque nella mentalità dell'organizzazione sul piano psichico. In genere la loro collaborazione è spinta dalla presenza di figure femminili esterne però alla famiglia 'ndranghetista.
Anche i collaboratori di giustizia vengono supportati psicologicamente perchè in loro si registrano pulsioni suicide determinate da crisi d'identità.
Rispetto al controllo del territorio laddove è insediata, esiste per la 'ndrangheta il principio di omogeneizzazione geografica cioè una corrispondenza ed equivalenza esatta di spartizione tra le aree di controllo in terra di provenienza e quelle in terra di colonizzazione. Tra le terre colonizzate, la Lombardia è definita come "la provincia".
Per la 'ndrangheta non esiste preferenza politica ma solo convenienza nella scelta degli interlocutori. Sconfinando su aspetti di cronaca, le organizzazioni criminali di stampo mafioso usano sistemi d'insediamento, d'inserimento, di taglieggiamento, di riciclaggio perfettamente al passo con le specificità del territorio e dell'economia, con appoggi e connivenze di alto livello di professionalità.
In questo pesante panorama risulta importante per il Prof Giorgi che l'antimafia sia fatta con il "noi" collettivo e non con l'io narcisista, che ci sia una formazione e un supporto psicologico adeguato per gli operatori di prima linea e che si lavori costantemente per desertificare e rimuovere dal territorio le condizioni (tra le quali l'indifferenza e il negazionismo) che sono alimento per l'insediamento delle mafie.
Diventa fondamentale un motivato lavoro di gruppo così come sono importanti interventi calibrati di formazione per gli amministratori, i docenti, i ragazzi e le ragazze nelle scuole.
Si deve utilizzare il metodo della "memoria viva" e non cristallizzata o stereotipata, si deve differenziare quella che è delinquenza comune e quella che è mafia per evitare di costruire azioni preventive errate.
Quello del 16 giugno è stato un momento che sarebbe opportuno replicare ed estendere in un pacchetto formativo a tutti gli amministratori.
Sotto, un intervista a Giorgi ove si riprendono molti dei concetti espressi nella serata di Bovisio Masciago.
In data 17-06-016 Sinistra e Ambiente, a mezzo del suo Consigliere Comunale Alberto Colombo, ha protocollato un'interrogazione per avere informazioni su due realizzazioni che erano state annunciate dall'amministrazione Caimi: la Velostazione e il Car Sharing.
Da tempo chiediamo per questo argomento e per altri, momenti informativi d'aggiornamento e di confronto in sede delle deputate Commissioni Consiliari.
Richiesta che non è mai stata presa in considerazione da questo esecutivo.
Eppure, proprio le Commissioni sarebbero il luogo per approfondire e dettagliare sullo stato d'avanzamento dei progetti e dei lavori che riguardano urbanistica e servizi, in primis quelli concernenti la stazione ferroviaria di Meda e i servizi ad essa collegati.
Colombo: "Che fine hanno fatto la velostazione e il car sharing?"
MEDA - Alberto Colombo, capogruppo di "Sinistra e Ambiente", ha protocollato nei giorni scorso un'interrogazione. Chiede al sindaco Gianni Caimi e alla sua amministrazione a che punto sono i due progetti di velostazione e di car sharing che erano stati annunciati
Una domanda che ha anticipato i dati diffusi qualche giorno più tardi da Arpa Lombardia: che fine ha fatto a Meda il progetto della velostazione? E quello del car sharing? Due quesiti indirizzati all'amministrazione comunale che sono stati protocollati da Alberto Colombo, consigliere comunale di "Sinistra e Ambiente".
"I due progetti - spiega Colombo - erano stati annunciati dall'amministrazione Caimi. Non solo dichiarazioni: esistono anche atti amministrativi in merito. Ed entrambi i progetti sono collegati ai lavori di adeguamento della stazione di Meda. Da tempo chiediamo per questo argomento e per altri, momenti informativi d'aggiornamento e di confronto in sede delle deputate Commissioni consiliari".
Il capogruppo di "Sinistra e Ambiente" evidenzia che la sua richiesta "non è mai stata presa in considerazione". E sollecita a portare questi argomenti nelle commissioni per dare il dettaglio sullo stato di avanzamento dei progetti.
Il tema, in questi giorni, cade davvero a proposito con i dati diffusi da Arpa Lombardia sul superamento della soglia di allarme relativamente alla concentrazione di Ozono rilevata alla centalina di via Gagarin. La stessa Arpa indica che l'inquinamento è prodotto, prima di tutto, dai veicoli. I due progetto, qualora dovessero andare in porto, permetterebbero finalmente alla città di abbattere l'inquinamento atmosferico, che ora spaventa per l'ozono, in inverno fa discutere per le polveri sottili.
Dopo il primo rapporto datato 13-5-016 del geologo Gianni Del Pero, incaricato dai Comuni di Barlassina, Seveso, Cesano Maderno, Bovisio Masciago e Desio - Meda s'è esclusa - di seguire i sondaggi per la CARATTERIZZAZIONE dei suoli in prossimità e sul tracciato dell'autostrada Pedemontana, lo stesso ha redatto un secondo rapporto sull'andamento dei sondaggi.
Ve lo proponiamo, in particolare ad uso anche dei cittadini di Meda che, a causa delle pretestuose e polemiche scelte del sindaco Caimi che non ha voluto incaricare il geologo Del Pero di quest'attività, risultano non avere accesso diretto a queste informazioni, altrove invece pubblicate sui siti dei Comuni.
In data 6-6-16, la Giunta di Regionale Lombardia ha deliberato lo "schema di accordo attuativo tra Regione Lombardia e Fondazione Lombardia per l'Ambiente (FLA) per l'indagine di valutazione di rischio da esposizione alla diossina residua dell'incidente ICMESA".
Per l’indagine Regione Lombardia ha previsto di mettere a disposizione proprie risorse umane per circa 150.000 euro mentre la Fondazione Lombardia per l’Ambiente (FLA) impegnerà personale proprio ed esterno per un costo complessivo di 224.000 euro di cui 100.000 saranno poi rimborsati dalla Regione.
L’indagine dovrebbe durare 8 mesi a partire dal ricevimento di tutti i dati relativi al Piano di Caratterizzazione dell’autostrada pedemontana.
Abbiamo cercato di approfondire per capire gli obiettivi di questo accordo tra Regione Lombardia e FLA per capire concretamente quali le azioni si dovrebbero attuare e ci sono rimasti molti dubbi.
La Fondazione Lombardia per l’Ambiente dovrebbe valutare dati e analisi dei terreni per definire il rischio di esposizione della popolazione alla diossina residua.
Non ci è chiaro però come sia possibile stabilire quale sia il rischio di esposizione prendendo in considerazione il solo valore di presenza di diossina nel terreno.
Servirebbe anche definire quali attività saranno svolte sul terreno, o quali modalità di contatto la popolazione avrà sui terreni stessi.
Non basta solo il riferimento a generiche attività quotidiane, alcune delle quali addirittura non più praticate nella nostra zona ma serve includere e considerare dettagliatamente le attività di trasformazione del suolo.
Il rischio di esposizione è il prodotto di due fattori: la presenza della diossina, pericoloso composto cancerogeno e le potenziali condizioni di esposizione. Il tutto legato anche al periodo di esposizione oltreché alla eventuale esposizione pregressa.
Serve misurare queste componenti anche perché i dati chimico-analitici che si intendono acquisire appaiono insufficienti se rapportati alle superfici interessate.
I dati analitici saranno infatti quelli relativi ai risultati della Caratterizzazione sulle aree adiacenti la tratta dell'autostrada pedemontana lombarda, eventualmente implementati con "almeno 50 punti nell'area vasta", eseguiti dalla FLA e analizzati presso i laboratori di ARPA.
Quindi gli "eventuali nuovi campioni" concordati tra Regione, FLA e Arpa dovranno garantire ulteriore copertura per l'intera area vasta comprensiva delle zone A, B, R e esterne.
Parliamo quindi per un area di quasi 2000 ettari (solo per A, B e R) di 214 campioni certi (quelli del Piano di Caratterizzazione) e di un numero aggiuntivo “forse” da sommare in ogni caso insignificante (“almeno 50” – ma abbiamo dubbi che si vada oltre - . Normalmente, a detta dei tecnici, una caratterizzazione dei terreni richiede circa 50 campioni per ogni ettaro.
Oltre all'evidenza dell'incertezza, quello dei campionamenti previsti è quindi decisamente un numero insufficiente per ricostruire una caratterizzazione del suolo esaustiva.
C'è da chiedersi poi come ARPA coprirà i costi delle analisi chimiche visto che non risultano stanziamenti di fondi nel piano economico-finanziario del progetto.
Ma se poi arrivassimo a commentare i risultati analitici sulla conformità o meno rispetto ai limiti della normativa ambientale che ha come unica potenziale conseguenza la bonifica/messa in sicurezza, nel caso di superamento dei limiti, dimenticheremmo totalmente il rischio sanitario che ha come conseguenze misure di sicurezza nel contatto ai terreni ed ai loro prodotti, e nelle attività/scavi/movimentazioni che possono essere condotte tenuto conto che si sta trattando di rischio cancerogeno per un prodotto che è pericoloso a quantità infinitesimali, ben inferiori a quelli delle soglie ambientali.
E con grande probabilità il teorico obiettivo da perseguire sulla base dei risultati della valutazione di rischio, "verranno stabiliti criteri di eventuale modifica di destinazione d'uso dei suoli e/o specifiche prescrizioni per il loro utilizzo", rimarrà un frase senza significato in quanto se in alcune aree si rileverà, come probabile, diossina inferiore ai limiti ambientali non ci sarà alcun pregiudizio sull’utilizzo di tali terreni che invece manterranno un rischio notevolissimo per l’esposizione al composto tossico dei cittadini.
Insomma, uno studio potenzialmente importante che non viene adeguatamente finanziato e con criteri applicativi dubbi tali da ridurlo a un prodotto finale che potrebbe risultare parziale ed incompleto.
Non sono infatti chiari gli elementi concreti con i quali verrebbe quantificato il rischio sanitario della popolazione esposta e le eventuali conseguenze in termini di prevenzione del rischio sanitario.
L’ipotesi di revisione della destinazione d'uso del suolo è del tutto teorica, mentre le misure si sicurezza da adottare per le diverse attività in funzione della potenzialità di riemersione della diossina non saranno ricercate dato che si parte dalla solo quantificazione del tenore di diossina nei terreni (e non il suo potenziale reale di veicolazione verso la popolazione) con un numero di campioni, peraltro, assolutamente insufficiente per descrivere lo stato di contaminazione dell'area vasta.
Sotto, vi proponiamo il testo della Delibera di Giunta di Regione Lombardia.
Il 9-6-016 s'è tenuto a Meda il consiglio Comunale con all'OdG il Bilancio Consuntivo, alcune variazioni di Bilancio, la proposta di Brianzacque per il contenimento dei costi, la mozione unitaria per l'adesione a BrianzaSicura e la mozione per il ripristino dei treni S2.
Durante la presentazione della relazione di Bilancio, l'assessore Cecchetti definendola "rientrante negli argomenti del Rendiconto" poichè "riguarda un settore di sicuro interesse generale e pertanto è bene non
lasciare senza risposta opinioni, che possono allarmare i nostri
concittadini" ha esplicitato una replica alle precedenti comunicazioni di Sinistra e Ambiente nel cc del 23-5-016 relative alle vicende di Brianza Energia Ambiente (BEA) - vedi post LE INCONDIVISIBILI DECISIONI DI BEA E L'OPACITA' DELL'AMMINISTRAZIONE MEDESE - e ha pesantemente attaccato definendo in premessa questo tipo di comunicazioni (sia quella di Sinistra e Ambiente sia quella di altri gruppi consiliari) come "interventi il cui confine con un comizio è di difficile individuazione" e come "critiche che possono determinare una immagine negativa e infondata delle Istituzioni in quanto tali" e chiedendo espressamente al "saggio Presidente" un "buon utilizzo della regola" prevista all'art 34 del regolamento consiliare.
Vedremo che seguito avrà questo "appello al saggio Presidente" (Molteni del PdL/Ncd) il cui "supporto amichevole" all'attuale maggioranza del Pd è noto da tempo e riscontrabile anche nell'atteggiamento poco garantista rispetto al ruolo dei Consiglieri, tanto che alcuni di questi sono spesso oggetto di immotivate censure da parte dello stesso.
Pare dunque che i contenuti delle comunicazioni preliminari che il Consigliere di Sinistra e Ambiente dedica alle tormentate vicende di BEA poco piacciano all'esecutivo di Caimi tanto dall'essere etichettate come "fatti che giustificano il dubbio che certe denunce, esposte con toni da Savonarola, siano sinceramente pro
interesse generale quanto le condoglianze di un titolare delle pompe
funebri !".
Fantastico il volo pindarico d'eloquio dell'assessore Cecchetti. Si rimane dunque in attesa di "scomunica e rogo finale".
Sarà forse perchè di tutte queste notizie nemmeno si parlerebbe nell'assise istituzionale medese visto che sinora, senza le illustrazioni del Consigliere di Sinistra e Ambiente le vicende di BEA sarebbero rimaste "invisibili" ai più ?
Il nostro Consigliere oltre a ritenere importante fornire aggiornamenti documentali a tutta l'assise consiliare affinchè anche gli altri Consiglieri abbiano materia e spunti d'approfondimento, ha più volte evidenziato la necessità di dare un'informazione puntuale, completa e dettagliata sulle vicende di BEA proponendo di farlo in sede di apposita Commissione, esattamente come avviene nelle amministrazioni a noi vicine e non solo nell'occasione obbligata di delibere di consiglio.
L'esigenza e la proposta non sono mai state accolte, confermando l'atteggiamento di opacità dell'amministrazione medese.
L'argomento è evidentemente considerato dalla Giunta di "esclusiva proprietà".
Proprio nel cc del 9-6-016, a scopo informativo il Consigliere di Sinistra e Ambiente ha esplicitato la seguente comunicazione:
C’E’ UN RICORSO AL TAR DI GELSIA SUL BANDO PER LA RACCOLTA RIFIUTI.
A Maggio 016 è andato in scadenza il contratto con la società ECONORD che a Meda si occupa del SERVIZIO DI IGIENE URBANA, RACCOLTA, TRASPORTO RIFIUTI E PULIZIA DEL TERRITORIO COMUNALE.
Per questo l’AREA INFRASTRUTTURE E GESTIONE DEL TERRITORIO del Comune di Meda ha indetto un Bando di Gara (con SCADENZA il 10 GIUGNO 016) a base d’asta di 5.969.000 euro pubblicato sulla gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 20-4-016 e sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il 27-4-016.
Ora, alla data del 1-6-016, con delibera di giunta, SI APPRENDE che s’è dato mandato ad uno studio legale per resistere ad un RICORSO al TAR proprio rispetto ai condenuti del Bando di Gara e del disciplinare di gara.
Il ricorso, notificato il 30-5-016 al protocollo del Comune di Meda e di cui abbiamo letto il testo dopo averlo richiesto, è di GELSIA e le motivazioni del ricorso lì contenute fanno riferimento a numeri e cifre costituenti i requisiti economici finanziari per partecipare al Bando che per il ricorrente sono palesemente errati, a successive correzioni non pubblicate sulla Gazzetta Europea e sulla Gazzetta della Repubblica Italiana nonché una mancata rispondenza a quanto richiesto dal NUOVO CODICE PER GLI APPALTI entrato in vigore il 19-4-016.
Il ricorrente chiede pertanto che il TAR si pronunci sulla SOSPENSIONE del Bando e nel merito sull’annullamento degli atti.
Noi non siamo i deputati a definire se vi siano o meno illegittimità nel Bando del Comune di Meda e come tutti, attenderemo il pronunciamento del TAR e/o dell’istanza successiva se qualcuno ricorrerà.
Certo che questo ricorso avrà un costo (ndr: 6300 euro come comunicato dall'assessore in CC) e perciò, anche in vista dell’esito del Bando di Gara (10 Giugno), qualora il TAR non si sia ancora espresso e per l’importanza dell' argomento in oggetto, SAREBBE OPPORTUNO QUALCHE CHIARIMENTO IN MERITO DA PARTE DELL’AMMINISTRAZIONE.
ADESIONE A BRIANZASICURA
Nella cronaca consiliare va registrata l'approvazione all'unanimità della mozione unitaria sull'adesione del Comune di Meda al manifesto di BrianzaSiCura.
Sull'argomento il nostro Consigliere Comunale s'è speso molto nell'elaborazione del testo per una mozione condivisa da tutti.
La lotta alla colonizzazione del territorio da parte delle organizzazioni criminali e alla corruzione è qualcosa che ci riguarda direttamente. Per questo l'adesione non deve essere un puro formalismo ma ad essa deve seguire un'attività e un'operatività dell'Amministrazione e dei Consiglieri Comunali dentro il coordinamento BrianzaSiCura.
MOZIONE PER IL RIPRISTINO CORSE LINEE S2 - STAZIONE DI MEDA
Approvata all'unanimità,dopo essere stata emendata, anche la mozione della Lega Nord che chiede a sindaco e giunta di attivarsi presso Regione Lombardia per ripristinare le corse dei treni "S2" nella loro totalità. Incomprensibile l'astensione del sindaco Caimi pare infastidito dalla discussione sugli emendamenti.
Sinistra e Ambiente ha votato "laicamente" a favore di questa mozione perchè alla situazione dell'attuale riduzione delle corse S2 va data una soluzione considerato l'alta frequentazione di pendolari sulla linea di Trenord.
Va però data una soluzione anche agli incompleti lavori per il rifacimento della stazione di Meda e su questo Sinistra e Ambiente ha evidenziato la grave responsabilità dello spostamento degli ascensori dalla fase realizzativa 2 (finanziata) alla fase 3 di incerta copertura economica.
BILANCIO CONSUNTIVO E VARIAZIONI DI BILANCIO
Voto contrario di Sinistra e Ambiente sul Bilancio Consuntivo del 2015 e sulle voci di variazione.
L'elevato livello delle imposte comunali deciso nel bilancio previsionale è stato applicato senza che le richieste di rimodulazione delle aliquote o di meccanismi d'esenzione per le fasce deboli da noi avanzata sia stata presa in esame. Non s'è fatto nemmeno nessuno sforzo innovativo per introdurre e sperimentare una quota di bilancio partecipato rifacendosi all'esperienza di amministrazioni vicine.
Astensione su una variazione di bilancio dagli obiettivi non completamente comprensibili: lo stanziamento per uno studio geologico supplementare (12.500 euro), sicuramente propedeutico alla variante al PGT e riguardante le aree di esondazione la cui mappatura va inserita e considerata per il Piano delle Regole ai sensi delle ultime normative Rregionali.
Non s'è però compreso il dettaglio degli obiettivi concreti che lo studio intende perseguire rispetto ad una cartografia regionale, già esistente, delle aree medesi a rischio esondazione.
INDIRIZZI BRIANZACQUE PER IL CONTENIMENTO DEI COSTI
Voto contrario di Sinistra e Ambiente sulla proposta di delibera di indirizzo finalizzata al contenimento dei costi del personale della società partecipata Brianzacque.
Un documento d'indirizzo che, purtroppo, come da manuale, per contenere i costi mette al primo posto il taglio delle dinamiche salariali della contrattazione integrativa aziendale e l'incentivo all'esodo del personale con anzianità elevate.
Certo, in Brianzacque, dopo l'incorporazione mediante fusione di altre società a partecipazione pubblica (ALSI, IDRA, ACSM-AGAM Reti Acqua e Gas) il personale è salito da 216 a 304 unità con conseguente aumento del costo da 12.283.000 a 16.946.000 euro e condizioni di ridondanza delle figure professionali.
Ci pare quantomeno semplicistico e anomalo chiedere ORA un voto favorevole su queste misure ANTICIPANDOLE rispetto all'elaborazione di un completo piano
industriale prevista solo per il 30-6-016.
Significa preordinare degli indirizzi che scaricano principalmente sui lavoratori gli oneri più gravosi di quella che di fatto sarà una ristrutturazione aziendale ancor prima di un piano industriale completo.
MOZIONE DI SINISTRA E AMBIENTE SULLA MEMORIA DEL DISASTRO DIOSSINA DELL'ICMESA
Nonostante la mozione sia depositata e a conoscenza di tutti i gruppi consiliari da più di 25 giorni, il Pd ha pensato bene di presentare alcuni emendamenti solo poco prima della discussione.
Il nostro Consigliere Comunale ha pertanto chiesto ed ottenuto il rinvio della discussione sulla mozione al prossimo Consiglio Comunale per poter valutare con i presentatori degli emendamenti motivazioni e significato degli stessi.
Da non dimenticare l'intervento pirotecnico del "granitico sindaco" che dispensa meriti e medaglie sul suo operato, etichetta come "sciocchezze" gli interventi fatti dall'opposizione e chiede loro dove mai fossero il 2 giugno, Festa della Repubblica e data d'inaugurazione ufficiale a Meda di Pza della Repubblica. Bene ora bisogna anche giustificarsi come scolaretti. E le giustifiche in cc arrivano e son tutte d'alto livello. Chissà se anche il "granitico sindaco" sarà in grado di fare altrettanto laddove lui non c'era. Ah già dimenticavamo, queste affermazioni "son solo sciocchezze".
Nonostante la crisi del settore immobiliare ed edilizio, rallenta ma non si ferma il CONSUMO DI SUOLO in Italia.
La provincia di MB continua a mantenere la testa alla classifica , precedendo quella di Napoli e di Milano.
Leggendo l'articolo de L'Espresso che sotto riportiamo, va considerato che in buona sostanza, laddove esiste una geografia che lo consente (fondovalle, aree di pianura, zone costiere a livello del mare) le stesse risultano pesantemente urbanizzate ed edificate pressochè ad un livello di saturazione.
Anche il testo di Legge passato ad inizio maggio 016 in prima lettura alla Camera contiene molte ambiguità e molte deroghe tanto dall'aver suscitato dubbi, perplessità e proteste da associazioni e gruppi ambientalisti oltrechè da una parte delle forze politiche presenti alla Camera. Sul tema, vedi articolo de Il Manifesto del 13-05-016.
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Da l'ESPRESSO del 13-05-016
Così stiamo divorando il suolo italiano
Nuove costruzioni edificate anche se
rimangono sfitte, continue colate di cemento. L'Italia è uno dei paesi
europei con il maggior consumo di territorio. Un fenomeno che la crisi
ha solo rallentato e che interessa più il Nord del Sud. Ma la Camera
approva una nuova legge: "Azzerare la cementificazione entro il 2050"
di Davide Mancino
Maggiori emissioni di gas
serra, perdita di biodiversità, scomparsa di una risorsa non
rinnovabile: quella del consumo di suolo è tutt'altro che una questione
estetica. Eppure esistono città, in Italia, in cui si può girare per
tutto il tempo senza trovare un minimo di spazio libero – non occupato
dall'uomo e dalle sue attività. Per questo è un significativo passo in a
vanti la legge contro il consumo di suolo che è stata
approvata dalla Camera con 256 sì, 140 no e 4 astenuti.
Per la prima volta si fissa un obiettivo molto avanzato: azzerare la
cementificazione entro il 2050.
Secondo dati resi
disponibili
dall'istituto superiore per la ricerca e la protezione e la ricerca
ambientale (Ispra), Torino è la grande città con la maggiore fetta di
suolo consumato (57,6 percento), seguita a brevissima distanza da
Napoli. Anche a Milano risultano numeri simili, mentre fra i centri
principali Roma si trova assai più in basso (20 percento).
Eppure i valori più elevati non sono affatto in queste città. Al
contrario, in diversi piccoli comuni trovare uno spazio non edificato è
quasi impossibile. Che sia a Casavatore – 18mila abitanti appena a nord
di Napoli – oppure a Melito o Arzano, ancora nel napoletano, la
situazione non cambia troppo: lì il consumo di suolo supera il 75
percento, e proprio a Casavatore – record italiano – tocca un picco
dell'85 percento.
NdR: qui la mappa interattiva per poter visionare il consumo di suolo di ogni Comune.
(clicca qui per visualizzare la mappa a schermo intero)
Cosa significa, in pratica, "consumo di suolo"? Ispra lo
definisce
come "l'occupazione di una superficie in origine agricola o naturale",
un processo dovuto soprattutto alla "costruzione di nuovi edifici,
capannoni e insediamenti, all'espansione delle città". Oppure, altro
caso, alla conversione di terreno in un'area urbana: come per esempio è
successo a Milano nell'area dedicata a Expo.
"Oltre alla scomparsa di una risorsa non rinnovabile" – spiega Michele Munafò,
ricercatore dell'Ispra – "il problema è la perdita delle funzioni che
essa ci assicura. In primo luogo la produzione agricola, con tutta una
serie di servizi di regolazione dei cicli naturali come quello delle
acque. Se il suolo viene sigillato questa capacità va persa, e aumenta
per esempio il rischio di inondazione. Scompare anche il supporto alla
biodiversità. Direttamente, perché sappiamo molto poco di quanta ce ne
sia del suolo anche se possiamo stimare che un quarto delle specie del
pianeta viva sotto terra. Ma anche indirettamente, perché trasformandolo
abbiamo un impatto anche sulle aree dove il suolo non è consumato in
maniera diretta".
Il terreno, poi, è in grado di contenere il carbonio –
molto più dell'atmosfera stessa – ma solo a condizione che non venga
occupato artificialmente. "Abbiamo stimato", continua Munafò, "che negli
ultimi cinque anni il suolo consumato dalle nuove costruzioni e
infrastrutture ha portato a una perdita equivalente alle emissioni di
CO2 di quattro milioni di auto. Come se ci fosse il 10 percento di
veicoli in più che gira per le strade".
Fare un confronto così semplice fra città ha però anche un grosso
limite: non tiene in considerazione quante sono le persone che in quei
luoghi vivono. Spesso, dove la densità abitativa è maggiore e gli
abitanti sono più concentrati, anche il consumo di suolo è più elevato.
Prendiamo proprio Torino, Milano e Napoli. Certo si
tratta di tre grandi centri in cui il consumo di suolo è molto alto, ma
allo stesso tempo la popolazione al loro interno risulta circa tre o
quattro volte più "impacchettata" rispetto a Roma, Genova o Bologna.
Non si tratta neppure di casi limite, in Italia. I piccoli comuni
campani in cui il consumo di suolo arriva al massimo sono anche quelli
in cui un gran numero di abitanti vive in uno spazio ristrettissimo: al
punto che in alcuni di loro la densità abitativa è talmente elevata da
far sembrare la stessa Napoli un borgo spopolato.
In altre città succede l'opposto. Rispetto a quanto sono ampie, a
Padova, Brescia e Piacenza non vivono poi così tante persone – eppure lì
il consumo di suolo non è basso quanto potremmo aspettarci. Ancora più
estremo è il caso di
Lallio
,
un piccolo comune di 4mila abitanti in provincia di Bergamo in cui lo
spazio disponibile è parecchio, rispetto agli abitanti che ospita, ma
allo stesso tempo il consumo di suolo arriva a poco meno del 60
percento.
Si tratta comunque di un rapporto complesso. Secondo
Munafò "i dati mostrano che dagli anni '70 il consumo di suolo si è
separato dalla crescita urbana. Le città si espandono mentre la
popolazione lo fa molto meno, o in alcuni casi addirittura diminuisce".
Dove vanno cercate allora le ragioni dell'aumento? "Da un lato le
famiglie sono diventate sempre più piccole, ma soprattutto sappiamo che
si continua a costruire nonostante molte abitazioni siano vuote. Ci sono
due milioni di appartamenti non usati, e se includiamo le seconde case i
valori aumentano enormemente. Poi oggi l'immobile è diventato più un
bene economico che non un luogo dove abitare. Per anni il comparto delle
costruzioni ha trainato l'economia nazionale. Oggi è in crisi e il
consumo di suolo rallenta anche per questo".
Questa la situazione recente. Ma in Italia le cose sono cambiate molto:
rispetto agli anni '50 il suolo italiano di cui abbiamo fatto uso è
passato da 8mila a 21mila chilometri quadrati. Soltanto negli ultimi
tempi – e in particolare proprio nel 2014, secondo prime stime
provvisorie – l'aumento è rallentato.
Già ai tempi del boom economico la Lombardia era la
regione in cui il consumo di suolo era maggiore, e 60 anni dopo le cose
non sembrano cambiate. Semmai le costruzioni hanno accelerato la loro
corsa, e ancora di recente è questa la regione in cui il fenomeno si
sente di più. Per il Trentino Alto-Adige la situazione è simile –
soltanto inversa: area con la più alta fetta di territorio libero
allora, lo stesso succede anche in tempi recenti.
Per pignoleria, va anche tenuto in conto che a volte si tratta di valori
piuttosto difficili da stabilire con esattezza – e così le stime
comprendono il relativo margine di errore che può spostare il risultato
un po' in su o in giù, a seconda dei casi.
Come evidenzia Ispra stessa, tutto sommato il consumo di suolo riguarda
in particolare aree "quasi totalmente situate nelle zone costiere, nelle
pianure e nei fondovalli montani". Difficile pensare di poter edificare
in maniera intensiva nelle zone di montagna o su fiumi e laghi. Neppure
troppo comodo, a meno di volersi ancorare a oggetti circostanti, anche
costruire in zone a elevata pendenza.
Così le aree che ospitano in maggiore quantità questi ultimi tipi di
territorio risultano protette "naturalmente" contro il consumo di suolo.
Raro trovare zone prive di montagne in Valle d'Aosta, per esempio.
Tenendo in conto le caratteristiche del territorio è possibile costruire
la classifica del consumo di suolo "effettivo", che considera quanto
abbiamo costruito dove effettivamente era possibile farlo.
Qui proprio la Valle d'Aosta balza al primo posto fra le regioni, con il
Trentino Alto-Adige che segue in terza posizione. Nel consumo di suolo
effettivo entrambe le aree capovolgono del tutto il proprio risultato,
come c'è da aspettarsi dove buona parte del territorio tende a essere
meno adatto per essere occupato in maniera artificiale. Lombardia e
Veneto, al contrario, retrocedono dalla cima di diverse posizioni.
Per capire meglio com'è messa l'Italia possiamo anche allargare un po' lo sguardo al resto d'Europa.
Secondo
Eurostat il paese con il maggior consumo di suolo nel 2012 è il Belgio,
seguito dall'Olanda, mentre l'Italia viene subito dopo.
Anche in questo caso, però, è bene ricordare che le nazioni sono
popolate
in modo assai diverso fra loro. Proprio l'Olanda è uno dei luoghi in cui
la densità di abitanti è più alta – in media più del doppio
dell'italiana –, e questo tende a portare con sé un maggior uso del
territorio. Anche nel Belgio succede qualcosa di simile – sebbene in
misura inferiore.
Il Regno Unito, al contrario, è fra i più virtuosi, e pur ospitando
molte persone rispetto alla sua superficie il consumo di suolo non è
elevato quanto potremmo aspettarci. Danimarca, Portogallo e Francia
invece hanno usato il loro territorio in modo relativamente intensivo –
forse non tanto in termini assoluti, ma senz'altro parecchio per essere
luoghi dove la densità abitativa non è chissà quanto elevata.
Dal 2009 al 2012 il consumo è aumentato in tutti i paesi europei, ma in
nessuno quanto in Belgio dove è passato dal 9,8 al 13,4 percento. Anche
in Olanda c'è stato un discreto aumento, mentre l'Italia nello stesso
periodo si è fermata grosso modo nella media.
Esistono politiche per fronteggiare il problema? "C'è un lavoro molto
importante della Commissione Europea", spiega Munafò, "che ci chiede di
azzerare il consumo di suolo netto entro il 2050. Ovvero fare in modo
che il nuovo suolo consumato non sia superiore a quello che siamo in
grado di recuperare. Oggi questo bilancio risulta fortemente negativo:
il suolo recuperato è praticamente inesistente, mentre
quello occupato è notevole. In realtà è difficile e costoso lavorare su
quanto è già stato perso e non lo si recupera mai del tutto, per cui la
cosa più importante è limitare l'uso di suolo nuovo".
L'idea è allora provare a mitigare l'impatto, a consumare meglio:
"Magari mantenendo alcune delle funzioni del suolo tramite l'uso di
materiali permeabili invece del cemento nei parcheggi, per esempio".
Oppure dedicarci al riuso di quanto abbiamo già. "Pensiamo solo alle
aree di sviluppo industriale del secolo scorso, a zone dismesse,
sottoutilizzate e così via", conclude il ricercatore, "solo così di
spazio a disposizione ne abbiamo a volontà".